Rifiuti, risorsa destinata ad una seconda vita

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Il 30 settembre si è svolto a Torino un seminario, organizzato dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e dal Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino, intitolato “Rifiuti, risorsa destinata ad una seconda vita”. Noi di Contiamoci siamo stati invitati a parteciparvi, non solo come uditori ma come relatori, e abbiamo avuto così la possibilità di farci conoscere e di parlare del nostro social network ad una platea di consumatori finali e di aziende.

Il programma era molto ricco, con interventi che spaziavano dalle nuove normative europee  al nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, dalle testimonianze di aziende leader piemontesi in materia di trasformazione dei rifiuti all’informazione della presenza di fondi europei per l’innovazione in campo ambientale, e all’anticipazione del rapporto annuale sull’andamento del mercato del riciclo (L’Italia del riciclo) che ogni anno offre un quadro completo dello “stato dell’arte” nel nostro paese.

Alcuni interventi ci sono sembrati veramente interessanti: non conoscevamo quale fosse il destino degli Penumatici Fuori Uso, cosa succede dopo la loro raccolta e lo smaltimento, o quale fosse la definizione corretta di “End of Waste” che la direttiva europea 2008/98 ha introdotto (un rifiuto può “uscire” dal suo status e diventare un prodotto utile, che ha mercato e domanda, soddisfacendo requisiti tecnici e non impattando sull’ambiente e sulla salute umana); o che, a giudicare dalle domande arrivate dal pubblico ai relatori, ci siano ancora molti dubbi sul concetto di “rifiuto” e sulla sua definizione. L’informazione corretta e approfondita può davvero fare la differenza.

Ci sono arrivati dati molto incoraggianti: in Italia la raccolta differenziata si attesta al 42,3%, in crescita ogni anno (anche se ancora lontana dalle indicazioni UE), sono 9000 le imprese impegnate nel settore del riciclo, con un fatturato di circa 34 miliardi di euro, ciò significa che il rifiuto è diventato una risorsa, prodotti che generano posti di lavoro, economia, business. Tutto molto positivo, certo, rispetto a un passato dove il rifiuto era semplicemente qualcosa di cui disfarsi, qualcosa da seppellire in discarica. Due R vengono rispettate, mi viene da dire quasi nobilitate: Recuperare e Riciclare.

Ma c’era una nota leggermente stonata in quel seminario, secondo noi. Dove si collocavano almeno altre due R? Finché un ragazzo, un utente presumibilmente, ha fatto una semplice domanda: “Ma che cosa posso fare io, come cittadino?”. Nessuno ne ha parlato quella mattina… tranne Contiamoci, che rappresentava gli utenti iscritti… e anche quelli non iscritti. Ridurre, questa è la parola magica per noi, l’unica strada veramente rivoluzionaria in questo momento.

Abbiamo imparato a Raccogliere, a Recuperare, a Riciclare, bene è ora di Riutilizzare e Ridurre, in ogni campo della nostra vita. Per fare spazio, e dove c’è spazio ci sono opportunità e possibilità. Leggevo proprio stamattina che i veri progressi sono lenti e possono venire solo da una coscienza collettiva, mi piace allora pensare alle nostre gocce che faranno l’oceano del Ridurre sempre più grande! E ringrazio tantissimo quel ragazzo, anche se è andato via prima di poter sentire la nostra risposta alla sua domanda.

Sul sito della CCIA trovate gli interventi e slide del seminario.

Scritto da: Annalisa Bianco utente di Contiamoci da oltre un anno. Photo via VisualHunt.com

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La panchina una poesia di Oliver Haag

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La Panchina è una poesia scritta da Oliver Haag @ollipaz nata e immaginata come una canzone. Oliver ci ha regalato questa poesia nella buona pratica: “La piccola strategia del non importa”.

Vi è mai capitato di osservare una panchina lungo il viale di un parco o sotto un albero nel prato, per un’ora o due, o per tutta la mattina: avrete certo visto, non ha mai rifiutato il sedere di nessuno, non ha avuto pregiudizi verso il vecchio col bastone che voleva riposarsi o verso la signora con la borsa degli acquisti e non ha guardato male i due ragazzi ad abbracciarsi e baciarsi.

Mentre il mondo attorno non si ama, non si fida di ognuno o tutto ciò che sia estraneo, deve prima giudicare ciò ch’è bene, ciò che ha fama di esser conveniente, gradevolmente sano e rispettoso delle regole e delle convenzioni e per fare, creare, pensare e lavorare ci vogliono permessi e certificazioni, e “se non sei dei nostri” allora “puoi anche sloggiare”…

Ma là nel verde la panchina aspetta nel silenzio e ti accoglie e ti conforta senza alcuna xenofobia, e puoi stare tranquillo perché lei non sentenzia, è come se dicesse “quando tu vuoi andare via… io aspetterò qualcun altro senza rimpianti o pretese”. Lei osserva divertita un cagnolino alzar la zampa e non batte ciglio se chi si siede è un pallido cinese, uno “zingaro”, un polacco oppure un nero dello Zambia.

Non esistono culture, non esiston più le razze, negli occhi della panchina il mondo attorno è un tutt’uno e lei si fonde con la luce del paesaggio e delle piazze che appartengono a chi li apprezza – a tutti e a nessuno. E chi si siede un minuto a osservare il movimento che circonda ogni luogo d’irreversibile cinismo, potrà sentirsi un attimo al di fuori del tempo e come la panchina, un passeggero del cosmo.

Foto di Tony Fischer Photography on Flickr