É il nostro terzo compleanno e proprio in questi giorni abbiamo inaugurato una nuova collaborazione con dei vecchi amici.
Insieme dalle buone intenzioni alle belle pratiche. Di cosa si tratta?
Come sai sono anni che partecipiamo a Fa’ La Cosa Giusta di Milano (quest’anno si terrà dal 18 al 20 marzo), prima da visitatori e poi da espositori. E nel tempo abbiamo conosciuto molte persone e realtà affini, intessuto relazioni e inaugurato amicizie. Quest’anno abbiamo deciso di collaborare ad un progetto sulla moda critica, tema che negli ultimi anni è di grande attualità.
Lo sapevi che la filiera dell’abbigliamento è il secondo fattore di inquinamento al mondo, dopo il petrolio? Molte campagne di sensibilizzazione sono partite dopo gli incendi ed i crolli di fabbriche di vestiti ad esempio in Bangladesh, e poi la scoperta delle paghe da fame, dello sfruttamento infantile, causato dai brand sia di fast fashion ma anche a quelli più famosi. E cosa dire del fatto che siamo programmati per non piacerci? E della pubblicità che instilla il desiderio di dover avere sempre qualcosa di nuovo per sentirci belli? La pubblicità ci trasmette il senso di inadeguatezza (bruttezza) che ci farà desiderare un altro acquisto.
Se non iniziamo a chiederci cosa è davvero la moda, cosa significa bello, anche se i grandi marchi utilizzassero materiali più ecologici e rispettassero i diritti basilari e mantenessero le stesse forme estetiche e gli stessi modelli culturali, ci basterebbe? No, continueremmo a subire la “programmazione negativa” con cui il marketing ci insegna a sentirci perennemente brutti, vecchi, impacciati e goffi. E quindi a comprare: sprecando soldi, risorse ecologiche e intelligenza.
Secondo noi invece occorre cambiare l’idea di “bello”, decolonizzare l’estetica dei brand ed imparare a costruire ciascuno il proprio stile. Perché vestire è un linguaggio e dev’essere il nostro linguaggio.
Da questo desiderio e dall’incontro di Contiamoci.com con gli artigiani Altreborse, Altrescarpe e Rilana, e con la rete Smarketing° nasce “Smodati siamo e ci contiamo”, un luogo di buone pratiche per l’ambiente e per noi stessi dedicato al vestirsi; uno stand condiviso, dove troverai discussione, conoscenza, laboratori e vendita di capi artigiani a filiera accorciata (siamo allo stand CF83, Altrescarpe, sezione Critical Fashion).
In fiera diremo che siamo più belli coll’abito usato, la camicia non stirata, il cappotto riadattato dalla sarta; che il nostro corpo è bello quando l’abito asseconda i movimenti che facciamo, quando la fibra è piacevole al tatto e non sembra plastica, quando i colori ci somigliano. Mai più vestirsi per somigliare a qualcuno o fare invidia a qualcun altro. (Marco Geronimi Stoll, pubblicitario disertore).
Raccoglieremo belle pratiche sulla moda critica: suggerimenti e consigli per collaudare azioni e nuove abitudini da adottare quando scegliamo cosa indossare. E in seguito creeremo un piccolo libro da scaricare e regalare, da stampare, da condividere sui social o spedire agli amici in PDF.
Sarà un manualetto pratico per l’evasione di massa dalla moda e dalla sua prigione mentale basata su una “bellezza” artefatta, simulata e inarrivabile.
Perché ogni essere vivente nasce bello di natura e la bellezza è una cosa immensa, che non può stare imprigionata nei cliché e nei condizionamenti; non è bellezza se non è smodata.
Vieni ad incontrarci allo stand alla fiera e visita il sito Smodati siamo e ci contiamo per conoscere il nostro progetto di “evasione di massa dalla moda”.
Se, se lasci la tua mail, riceverai il MANUALE di BELLEZZA SMODATA
che prepareremo dopo Fa’ la cosa giusta con i contributi sulla moda critica di chi verrà a trovarci allo stand – anche il tuo.
Sul sito di Smodati tutto questo è spiegato molto bene e trovi anche la presentazione dei nostri laboratori di Moda Critica, Riciclo e Fare Collaborativo. L’inno/spot audio del nostro progetto comune “Smodati siamo e ci contiamo“.
Perché la prima risposta a “cosa mi metto oggi” riguarda il cosa mi metto in testa.
Un pensiero su “Smodati siamo e ci contiamo”